Il Cristo incoronato di spine, Beato Angelico

La collocazione del ”Cristo coronato di spine" nel duomo di Livorno
ha un patron: la Fondazione Maurizio Caponi , che ha sostenuto
le spese di allestimento, illuminazione e messa in sicurezza della tavola.

 


(Tempera e Oro su tavola cm 55 x 39)
   

Il "Cristo coronato di spine" (tempera e oro su tavola cm 55 x 39) è un primo piano altamente espressivo del volto di Gesù negli ultimi momenti del suo calvario, quando, dopo essere stato flagellato, per scherno, viene coronato di spine e coperto con una veste scarlatta. simbolo della regalità.

Inizialmente attribuito alla 'Scuola di Giotto', tutta la critica più recente è concorde nel considerare il dipinto come opera del Beato Angelico.

Fu Roberto Longhi che per primo attribuì il dipinto al frate di Fiesole ed avanzò una possibile datazione fra il 1430 ed 1435.

Successivamente gli esperti hanno ipotizzato uno spostamento della datazione al 1438, basandosi su un confronto con una copia del Volto del Cristo del pittore Jan Van Eyck realizzata nello stesso anno e conservata a Berlino.

Non si conosce la destinazione originaria del dipinto ne dove fosse stato conservato fino al 1837, quando giunse a Livorno attraverso il mercato antiquario e fu donata alla parrocchia di Santa Maria del Soccorso (p.zza della Vittoria) da Silvestro Silvestri.

Trafugata nel dopoguerra e successivamente trovata, è stata portata per la prima volta all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale nel 1955,
come opera certa del Maestro, nella mostra celebrativa del Beato Angelico, tenutasi a Firenze nel Museo di San Marco.

Nel corso degli anni la tavola è stata protagonista di varie esposizioni:
tra le più recenti quella a Colonia, dedicata al volto di Cristo in occasione
della XX Giornata mondiale della Gioventù (2005) e quella monografica
sul Beato Angelico, tenutasi al Metropolitan Museum di New York dall'ottobre 2005 al gennaio 2006.

La tavola del Cristo coronato di spine si trova nel Duomo di Livorno,
Piazza Grande (altare cappella a sinistra)

 

 

 
 
Un volto
Dall'eterno si prolunga
nei nostri piccoli giorni.
Un volto. Un Dio
Che ha cercato l'uomo.
I suoi occhi.
Dio ne ha fatto il luogo
dell'accoglienza e della tenerezza.
Le sue lacrime.
Scendono su un corpo fatto
di faticosa speranza,
in attesa di trasformarsi
nella resurrezione.
Labbra.
Pronunciano, fino all'ultimo istante,
la Parola di vita del Verbo di Dio:
lo Spirito, da lui effuso, che sempre
opera per mettere nel cuore
del mondo la certezza che
dall'eterno proveniamo:
che nell'eterno sarà il nostro
incontro con Lui.
Un volto che parla di tutti i volti
che cercano e desiderano
la redenzione.
E sono certo
che in Te l'hanno trovata.
Sei Tu la nostra salvezza.

Mons. Vincenzo Savio         

 

 

 

 
  Fondazione Maurizio Caponi, Via De' Cordai, 7 - Livorno, Italy
Email: info@fondazionemauriziocaponi.it